È Piero Nicastro, 49 anni, dipendente della STMicroelectronics, il segretario generale della Fim Cisl Sicilia. La sua conferma è giunta al culmine del congresso che si è svolto nei locali dell’hotel Parco degli Aragonesi a Catania. Dal 2012 è segretario generale della Fim Cisl catanese e dal 2018 alla guida della Fim siciliana la sua elezione è avvenuta in presenza del segretario generale Fim CISL Roberto Benaglia e del segretario generale Cisl Sicilia Sebastiano Cappuccio. La sua squadra sarà composta da Antonino Nobile che è anche segretario generale Fim Cisl Palermo Trapani e Angelo Sardella, segretario generale Fim Cisl Siracusa Ragusa.
Durante la sua relazione Nicastro ha fatto il punto della situazione del tessuto industriale dell’Isola. “La condizione del settore metalmeccanico nella nostra Regione non è delle più floride ma siamo dell’idea che da qui passa il futuro della Sicilia e soprattutto la sua ripartenza. Dobbiamo affrontare i problemi del medio e lungo periodo nelle aree industriali come quelle di Gela, le aree industriali del messinese, l’area industriale siracusana e non per ultimo la nota vicenda di Termine Imerese. Partendo da quest’ultima annosa vertenza, siamo consapevoli che non bisogna illudersi, un ritorno alla fabbrica di automobili non è più una possibilità. Bisogna che si faccia chiarezza sulle alternative possibili ma allo stesso tempo non si può far passare altro tempo senza individuare almeno un percorso formativo e di riqualificazione delle competenze dei lavoratori, per fare questo serve un obiettivo chiaro e raggiungibile, altrimenti allo scadere dell’ennesimo periodo di cassa integrazione potrebbe generare problemi sociali non indifferenti”.
“Esattamente come è successo all’area industriale di Gela, una delle più grandi realtà industriali. Da oltre sessant’anni è stata il volano di una florida economia, con tassi occupazionali al di sopra della media, un vasto tessuto industriale imprenditoriale che era fonte di benessere economico, oggi però tutto questo non esiste più, anzi sta creando i nuovi poveri che sono sempre più i giovani che non riescono a trovare nemmeno un lavoro a tempo determinato. E’ evidente che una classe dirigente e politica lungimirante doveva responsabilmente adoperarsi per tempo ad implementare iniziative di programmazione per contrastare la crisi occupazionale che si stava determinando con la riconversione della raffineria”. Nicastro ha aggiunto “la mancanza di progettualità industriale e di investimenti sta mettendo a rischio tutto il settore metalmeccanico delle zone industriali del messinese e del siracusano. La cantieristica navale messinese regredisce di anno in anno e non si investe sugli impianti mettendo a rischio la sicurezza dei lavoratori. Su questo tema la FIM non starà con le mani in mano”. “Nel 2020 l’emergenza sanitaria ha determinato una contrazione importante anche nella provincia di Siracusa, il calo ha interessato i vari settori produttivi ma quello che ne ha risentito di più è il comparto petrolifero (-34%) dove operano la maggior parte dei metalmeccanici. Proprio il settore metalmeccanico tra Ragusa e Siracusa ha subito una forte contrazione del numero di occupati e che in parte è stata mitigata dal blocco dei licenziamenti e dalla cassa integrazione per Covid. Nell’area siracusana la vendita dei prodotti petroliferi, che rappresentano l’85% dell’export provinciale, si sono ridotte del 40% in termini di valore e del 15% in termini di quantità”.
Secondo l’analisi del segretario generale della Fim “L’area industriale che si estende nei comuni di Siracusa, Priolo Gargallo, Melilli ed Augusta è una delle più grandi del Mezzogiorno a forte vocazione energetica e dove i metalmeccanici che vi operano sono numericamente consistenti, professionalmente molto preparati e spesso impiegati in altre regioni ed in altri Paesi. Ma quello che ci attende in questo territorio è la trasformazione produttiva richiesta dalla transizione energetica ed in balia, purtroppo, della geopolitica globale che ridefinisce, in modo strutturale, gli equilibri politici, economici e sociali. Dalle risposte che Istituzioni, governi, imprese e società civile saranno in grado di costruire dipenderà, in misura sostanziale, la strategia per una vera crescita e sviluppo industriale di questa Regione”. Nicastro ha poi parlato della cosiddetta presunta “crisi dei semiconduttori”. Il PNRR italiano stanzierà 750 milioni di euro da investire nella “Etna valley”, ha poi aggiunto Nicastro “Ci auguriamo che la nostra regione sia in grado di cogliere questa grande opportunità , sono le cifre imponenti che spingono tutti i Paesi nel mondo alla corsa per accaparrarsi le industrie dei cosiddetti semiconduttori. Già nel 2017 avevamo intercettato una grande opportunità con la linea di produzione innovativa, il carburo di silicio, fondamentale per la transizione ecologica costruendo a Catania i dispositivi per le auto elettriche , siamo dell’idea che il sindacato deve saper individuare le opportunità che riserva il presente per sviluppare il futuro e la FIM lo ha fatto”. Nicastro ha citato poi le altre realtà industriali del settore come Fincantieri, Sirti, Stm, Intel e ha poi concluso “La sostenibilità ambientale è un obiettivo urgente, necessario per la modernizzazione dell’industria e al minor impatto sulla società e per la sostenibilità sociale. Noi proponiamo la costituzione di un ‘fondo sociale’ per la decarbonizzazione, i cui effetti impatteranno inevitabilmente sul sistema economico e sociale. Dobbiamo accompagnare le persone alla riqualificazione e alla transizione occupazionale”. “Il settore metalmeccanico – ha affermato il segretario generale Cisl Sicilia Sebastiano Cappuccio – è cruciale e strategico per la nostra Regione, ci sono tante realtà da valorizzare, ci sono vertenze da risolvere che vanno avanti da troppi anni a causa della mancanza di una vera politica industriale da parte delle istituzioni e di una visione del futuro. E c’è la transizione ecologica da governare anche attraverso la sfida del PNRR. Il settore deve farsi trovare pronto perché in gioco c’è il futuro di tanti territori, di tanti lavoratori qualificati e pronti ad affrontare il cambiamento” . “Siamo dell’idea – ha concluso il segretario generale Fim Cisl nazionale Roberto Benaglia – che per uscire dalla pandemia uno dei settori principali su cui puntare è proprio quello metalmeccanico per creare lavoro e occasioni di sviluppo. Bisogna spendere bene e subito i fondi del PNRR, creare alleanze sociali e dotare il Sud di tutte quelle dotazioni e infrastrutture necessarie per attrarre gli investimenti necessaria alla ripartenza. Il vaccino contro la crisi resta sempre il lavoro”